10, Luglio, 2025

Matilde, 6 negli Usa e ora 2 in Canada

Avevamo ormai perso le speranze di rintracciare Matilde Bombardini, quando inaspettatamente la sua mail è arrivata: «Dopo aver letto con curiosità le storie di tanti “imolesi all’estero” é l’ora di rispondere alla zelante e infaticabile Maria Adelaide, che ha continuato a mandare e-mail su e-mail mai scoraggiata dalle mie mancate risposte. Vi scrivo dal mio ufficio al Dipartimento di Economia della University of British Columbia a Vancouver, Canada… dalle finestre una spettacolare vista delle montagne innevate e del Pacifico».

«Mi chiamo Matilde Bombardini, ho 31 anni, gli ultimi due passati in questa meravigliosa parte del mondo che é la Columbia Britannica.
Tutto é cominciato poco tempo dopo aver lasciato il Liceo scientifico Valeriani e cominciato il corso di laurea in Economia Politica a Bologna. Mi é sempre piaciuto studiare le lingue e viaggiare e al 2° anno di università ho fatto domanda per uno scambio con l’Università della California. Ho avuto la fortuna di essere ammessa al campus di Berkeley, vicino a San Francisco, dove ho passato uno degli anni più belli e anche quello che si sarebbe dimostrato più importante per il futuro. Mi sono innamorata della meravigliosa West Coast e ho imparato ad apprezzare gli Stati Uniti e soprattutto quella vita accademica che ho successivamente scelto. I miei professori a Berkeley mi hanno suggerito di fare domanda per il dottorato (PhD) e così ho fatto al mio ritorno a Imola, mentre completavo gli esami per la laurea, che ho conseguito a marzo del 2000. Arrivate le ammissioni ai programmi di dottorato, accompagnata da un intenso misto di orgoglio e preoccupazione di mamma e babbo, ho deciso di andare al Massachusetts Institute of Technology, vicino a Boston. Mentre l’anno a Berkeley era stato impegnativo ma divertente, i 5 anni passati a MIT hanno messo a dura prova cervello e forza d’animo. L’esperienza ha cambiato il mio modo di pensare, mi ha fatto conoscere persone molto più intelligenti di me e, nonostante la fatica e i numerosi momenti di scoraggiamento, sono felice di averla fatta. Grazie al dottorato ottenuto nel 2005 ho trovato lavoro come assistant professor qui a UBC a Vancouver. Il lavoro mi piace tantissimo, insegno e faccio ricerca su economia internazionale. Ho la fortuna di avere colleghi brillanti e simpaticissimi con cui non solo lavoro benissimo, ma gioco a pallavolo sulla spiaggia dopo il lavoro e vado a sciare e in barca a vela. Vancouver è veramente speciale! Con Whistler a 100 km (vi si terranno le Olimpiadi invernali nel 2010) e l’oceano Pacifico, non c’é sport che qui non si possa praticare. La vita culturale non è comparabile con una città europea, Vancouver non ha l’imponenza di città come New York o Chicago, ma vanta lo stesso numero di persone che non la lascerebbero per nulla al mondo. E l’aria sempre fresca, l’odore delle foreste di cedri e l’atmosfera rilassata (laid back) del nord-ovest che fa innamorare di questo angolo del Canada. Tutto ciò non toglie che mi manchino le persone che più mi stanno care, i miei genitori e i miei amici, che non mi vengono mai a trovare abbastanza. L’Italia mi manca, ma mi fa arrabbiare. L’Emilia-Romagna é un’isola relativamente felice, con aziende che nulla hanno da invidiare alle controparti europee e nord-americane. Ma in generale la politica del paese mi ha nauseato. L’Italia ha bisogno di riforme. Tanto per essere concreta, tutte le categorie protette vanno liberalizzate (i notai in Canada e negli Stati Uniti sono pagati infinitamente meno e mi sembra tuttavia che la compravendita di immobili ecc. vada benone), le università vanno riformate interamente (l’insegnamento funziona, ma la ricerca, con poche eccezioni, decisamente no), i servizi vanno resi più competitivi (vedi banche, telefonia, gas/elettricità). Gli italiani sono in gamba, lo prova l’altissimo numero di economisti e altri ricercatori che sono in giro per il mondo in università di prestigio. E’ impossibile riassumere qui il confronto non fra due, ma tre paesi dove ho vissuto (Canada, Stati Uniti e Italia). Capisco il sentimento che parecchie persone, specialmente in Europa, provano verso gli Stati Uniti. E’ un paese orgoglioso, a volte strafottente, con politiche sociali e internazionali spesso discutibili, ma é un paese che mi ha dato un sacco e dal quale, a mio avviso, l’Italia dovrebbe imparare ad essere un po’ più ambiziosa. Il Canada é una versione europea degli Stati Uniti e sarà per questo che mi piace così tanto. La sanità qui è completamente pubblica, l’università ottima e non costa tanto quanto negli Stati Uniti; i lavoratori hanno più vacanze rispetto agli Usa, ma i sindacati funzionano così così (come in Italia). Sei anni passati negli Stati Uniti, 2 in Canada e 22 in Italia potrebbero facilmente prolungare queste riflessioni all’infinito quindi mi fermo qui. Un’ultima cosa: a me la piadina non manca perché ho imparato a farmela da sola!
Matilde»

 

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