Dal Santerno al Reno, ecco il quarto imolian rintracciato in Germania: abbiamo iniziato con Silvia Maggiore e Massimo Darchini, entrambi in Baviera (rispettivamente ad Augsburg e a Norimberga) e di recente vi abbiamo presentato Amedea Pelliconi (Colonia), che a sua volta ci ha segnalato la presenza da ormai 37 anni di un imolese a Düsseldorf.
Capitale del Land del nord Reno-Westfalia, la città si trova a circa 40 chilometri a nord di Colonia ed è sede di un’Accademia d’arte che fu uno dei maggiori centri del romanticismo tedesco e diede vita alla cosiddetta “scuola di Düsseldorf”. E proprio di arte si occupa il nostro Stefano Masi.
E’ nato a Borgo Tossignano, ha frequentato le elementari e le medie in seminario, per poi iscriversi all’Istituto magistrale, senza però arrivare al diploma.
«Mi piaceva l’idea di viaggiare, di lavorare all’estero – racconta Stefano Masi – ed ero interessato a vedere paesi diversi. Presto mi sono messo in movimento, prima sono stato a Brissago, in Svizzera, sul lago Maggiore, dove ho lavorato per un periodo in un albergo, poi sul lago di Ginevra in hotel “mitici” come il “Beau Rivage” di Losanna, dove mi sono occupato di ricevimento e portierato. Da qui, acquisita una certa conoscenza delle lingue, via per periodi più o meno lunghi in Germania e in Spagna (a Marbella e Torremolinos). Non ho mai avuto problemi con le lingue, me la cavavo con lo spagnolo, il francese e l’inglese e, ovviamente, ora parlo bene il tedesco, dopo tanti anni di permanenza in Germania! Sono convinto che in questo mi abbia facilitato la conoscenza delle basi di latino che ho appreso fin dalle medie e, forse, ero “portato” per le lingue straniere».
Nel 1967 arriva per il giovane Masi un contratto come “primo portiere” in un grande albergo sulla Costa Smeralda: «In Sardegna ho lavorato a Porto Cervo, a Liscia di Vacca, a Villasimius. Ho conosciuto in quegli anni personaggi importanti, rappresentanti del jet set internazionale e ho iniziato ad organizzare meeting con alcuni pittori. La pittura e l’arte mi appassionavano da sempre e i contatti con artisti, collezionisti ed esportatori sono venuti da sé. Fu a Villasimius che incontrai Brigitte, una ragazza di Düsseldorf che si trovava lì in vacanza. L’anno successivo, decisi di raggiungerla in Germania… e nel 1971 ci siamo sposati. Con la famiglia di lei a Düsseldorf abbiamo aperto una galleria d’arte, “Galerie Gisela Dünnebacke”, occupandoci di opere di artisti classici e moderni. Abbiamo avuto un figlio, Joschy, che ora ha 32 anni e lavora con me. Purtroppo, tre anni fa, mia moglie è mancata. Düsseldorf è una bella città, nella quale mi sono sempre trovato bene, è una città molto industrializzata, dove si svolgono fiere importanti e dove viene prestata una certa attenzione all’arte. Nella nostra galleria abbiamo clientela internazionale: oltre ai tedeschi, molti gli americani, inglesi, giapponesi. Io ho contatti anche con artisti italiani, anche mia moglie aveva conosciuto lo scultore imolese Germano Sartelli, con il quale abbiamo intrattenuto un rapporto artistico. In questi anni mi sono dedicato anche ad un’altra mia grande passione, quella per i cavalli, passione che qui non è difficile coltivare. Sicuramente mi mancano ogni tanto Imola e la Romagna, il calore della gente, la buona cucina. Torno a Imola una o due volte ogni anno: a Borgo ho ancora alcuni amici, a Imola ho una sorella e la sua famiglia. Ogni sei mesi circa vengo a trovarli. Quando riparto ho il baule dell’auto pieno delle cose buone che si trovano qui: il parmigiano, l’olio, la pasta, i salumi, i nostri vini e qualche capo di abbigliamento…».