Dalle ‘Acque Minerali’… alla città dell’acqua di Colonia: è questo il percorso di Amedea Pelliconi nata all’ombra del viale Cappuccini a Imola ed ora signora Westig a Köln, in Germania. Esuberante ed attiva, ha già scovato per noi un borghigiano che risiede a Dusseldorf e contiamo sulla sua disponibilità perché ci aiuti a trovare altri nostri concittadini trasferiti in Germania. La vediamo nella foto, alle spalle la cattedrale di Colonia, la più grande chiesa gotica del nord Europa, che ospita, secondo la tradizione, le reliquie dei Re Magi ed è stata indicata dall’Unesco come patrimonio dell’umanità nel 1996.
«Ho frequentato il liceo scientifico di Imola alle dirette “dipendenze” del mitico prof. Buscaroli & Co., poi ho proseguito gli studi alla Scuola superiore per interpreti e traduttori di Bologna, dove mi sono diplomata in inglese e tedesco. Proprio l’amore per le lingue mi ha portata a viaggiare e a conoscere il popolo europeo, fino a quando ho incontrato il “tedescone” della mia vita che mi ha portata via… con immenso dispiacere dei miei (sono figlia unica) e dei vari amici che, nei lontani anni ’80, mi giudicarono ‘un po’ matta’.
A Colonia, antica città fondata dai Romani, mi sono trovata subito molto bene: il suo incredibile duomo gotico, le romanticissime crociere sul fiume Reno con la vista sugli innumerevoli castelli, la celeberrima acqua di Colonia, “aqua mirabilis” (la cui ricetta, ancora oggi segretissima, fu regalata dal monaco italiano Farina in occasione delle nozze di due nobili di Colonia), gli incantevoli mercatini di Natale e, infine, ‘Il Carnevale’, chiamato ‘La quinta stagione dell’anno’, difficile descriverlo, bisogna viverlo per rendersi conto di cosa sia!
In un certo senso qui si respira un po’ d’aria romagnola: la gente della Renania è aperta e tollerante e, mi permetto di dire… poco tedesca, infatti la città viene definita dagli stessi coloniesi come la città italiana più a settentrione in Europa!
Dopo un primo lavoro alla redazione italiana di un programma radiofonico sono entrata con un concorso al Consolato generale d’Italia, dove mi trovo tuttora. Il lavoro in Consolato è molto impegnativo e stressante, ma mi dà una grande soddisfazione. Agli inizi ho dovuto affrontare problematiche che, arrivando dalla provincia romagnola di quegli anni, mi erano assolutamente estranee: la nostra comunità italiana è costituita, per la maggior parte, da migliaia di siciliani e da molti altri cittadini dell’Italia del sud, emigrati dagli inizi degli anni ’60 per potenziare le varie grandi industrie locali, come la Ford e la Bayer. Si tratta di persone che hanno affrontato tanti sacrifici e che ancora oggi vivono una realtà fatta di contraddizioni e, specialmente per quanto riguarda le ultime generazioni, attraversano una profonda crisi di identità.
Attualmente al Consolato italiano sono registrati in anagrafe circa 130.000 italiani e personalmente mi occupo in particolare dell’Ufficio di stato civile: matrimoni, divorzi, cittadinanze e contatti con le autorità locali.
Ho un figlio di 20 anni che, dopo gli studi in Germania e il liceo a Imola, ora frequenta l’Università Bocconi a Milano e, se posso dirlo, è il più bel risultato dell’asse Imola-Colonia! Tutto considerato, posso davvero dire “grazie Europa!”.
A Imola vengo spesso, ora approfitto dei low-cost (diretto Colonia-Bologna), un’ora di volo dopo 20 anni di 15 ore di treno…
Cosa mi manca di Imola? Tra i miei ricordi di ragazzina ci sono le passeggiate in bici alle Acque minerali o le corse in motorino sul circuito (allora si poteva), la piadina fritta, una gita al mare (quando partivi da casa la mattina bianca come il latte e tornavi la sera rossa come un pomodoro), mi manca una grigliata di pesce a Cesenatico e, quando capita… un bel valzer alle Cupole.
Amedea Pelliconi Westig».