Il prossimo tre dicembre un sacerdote imolese, Filippo Comissari (’con una sola emme’, tiene a precisare), celebra i 50 anni trascorsi in missione. Ha lasciato Imola 52 anni fa. Lo abbiamo rintracciato a Hong Kong e lo ringraziamo per aver trovato il tempo, in mezzo ai suoi tanti impegni, per inviarci la sua testimonianza da questa città ponte tra Cina ed Occidente, dove i cattolici sono pochi e la chiesa cattolica è una realtà marginale. Hong Kong è un caleidoscopio culturale, con una popolazione multirazziale che vive in armonia, il rispetto per gli usi e i costumi di qualsiasi religione e gruppo etnico è parte della filosofia cosmopolita della città. Padre Filippo ha compiuto i suoi studi nella diocesi
d’Imola, fino alla sua ordinazione sacerdotale. «Sono stato ordinato sacerdote nella cattedrale di Imola il 26 maggio del 1954 insieme ad altri cinque sacerdoti, tra i quali, ancora vivo, don Gianpaolo Poli. Dopo un anno di ministero sacerdotale a Borgo Tossignano, ho lasciato la diocesi di Imola e sono entrato nell’Istituto Pontificio missioni estere (Pime) a Milano. Nel 1956 partivo per la mia prima missione: Hong Kong, Cina. Allora era ancora colonia inglese. Dal 1° luglio del 1997 Hong Kong è ritornata alla ’madre patria’, la Cina, pur conservando una certa autonomia, una amministrazione speciale valida per 50 anni. Anche la chiesa cattolica conserva tutta la sua indipendenza, anche se sotto un certo controllo del governo centrale di Pechino. Non è facile descrivere in poche righe i cambiamenti avvenuti in questa missione nel giro di questi 50 anni: da una città di pescatori e rifugiati dalla Cina comunista è diventata una potenza economica mondiale. Attualmente ha una popolazione di circa 7 milioni di abitanti, tra i quali 300.000 cattolici. Attualmente svolgo il mio lavoro pastorale come assistente in una nuova parrocchia che conta più o meno settemila cattolici e molti catecumeni: porta il nome di san Francesco d’Assisi (io celebro il mio 50° di missione il 3 dicembre, il giorno della festa di san Francesco Saverio). La parrocchia è situata in mezzo ad una nuova città con una popolazione di circa 250.000 abitanti. Il lavoro pastorale è… abbondante! Non manca, ed io sono contento di lavorare in mezzo al popolo cinese. Il lavoro pastorale in Hong Kong porta più frutti e più soddisfazioni che in Italia: qui si vede una chiesa giovane e in crescita. I rapporti con la Chiesa qui non mancano, anche se, purtroppo, per motivi politici la Chiesa in Cina è ancora sofferente e perseguitata: nonostante le tante difficoltà, si conserva unita al Papa e spera sempre che un giorno anche il Santo Padre possa fare visita ai cristiani di questo immenso continente». I ricordi di Imola? «Dopo tanti anni, Imola rimane sempre per me come la ‘Chiesa Madre’ da dove sono partito per portare ai popoli lontani la stessa fede
in Cristo unico Salvatore di tutti i popoli. Colgo l’occasione per inviare, tramite il Nuovo diario messaggero, al vescovo monsignor Tommaso Ghirelli, ai sacerdoti, alle suore, ai miei parenti e agli amici i più cordiali saluti e auguri. Un abbraccio fraterno. P. Filippo Comissari». Padre Comissari riceve il Nuovo Diario Messaggero e potrà leggere la sua testimonianzaanche sulla versione on line del giornale: ne approfittiamo per porgergli il nostro augurio per le sue ’nozze d’argento’ con la missione.
Padre Filippo, dal ’56 nella missione a Hong Kong
