Abbiamo questa volta la testimonianza di una ragazza che, dopo una lunga esperienza lontana da Imola, si trova in questo momento a casa. Con mille dubbi e interrogativi sul suo futuro, combattuta tra prospettive lavorative più appetibili all’estero e la voglia di mettere radici definitivamente tra le persone care. Alessia ha anche la passione per la fotografia e ha trasferito in un sito le immagini più belle dei luoghi che ha visitato.Si possono vedere all’indirizzo www.alessiamonti.com.Vale la pena di ‘farci un giro’. Garantito. Alessia Monti, 28 anni, un diploma in ragioneria al Paolini di Imola e una laurea in Biologia all’Università di Bologna, ha lavorato inizialmente per un anno come ricercatrice all’Istituto nazionale per la fauna selvatica ad Ozzano. «La situazione lavorativa in Italia mi pareva quantomeno inquietante – dice Alessia – volevo approfondire la conoscenza dell’inglese e visitare l’Australia, che mi affascinava. Così nel 2004 ho preso una decisione: sono partita, senza un preciso punto di riferimento o contatti australiani. Per i primi tre mesi mi sono dedicata soprattutto allo studio della lingua, nel Queensland (una zona grande sei volte l’Italia), a Cairns, poi mi sono spostata a Brisbane, dove ho trovato lavoro come insegnante di matematica e scienze in un corso bilingue per australiani». In seguito Alessia si è trasferita a Stanthorpe, un piccolo centro in cui l’associazione “Dante Alighieri” è molto attiva soprattutto nell’organizzazione di corsi per lo studio della lingua italiana, e a Stanthorpe ha insegnato la sera agli adulti. «Ho trovato alloggio a prezzo molto abbordabile in una bellissima fattoria, circondata da molti ettari di terra in cui circolavano liberamente canguri e pappagalli. Ci sono rimasta per l’intero anno scolastico, il posto era meraviglioso». E’ la fattoria Miramar, dove è scattata la foto che ritrae Alessia, che la descrive come «un luogo dalla terra rossa e l’erba secca che si estende per chilometri e chilometri verso il grande Outback australiano. I proprietari della fattoria si sono arricchiti con il commercio della lana e delle pecore: con loro ho vissuto un anno, tra ettari e ettari di terra di cui non ho mai visto la fine, migliaia e migliaia di pecore che nella vastità dei confini non sono riuscita a incontrare. L’esperienza più ‘australiana’ è stata proprio incontrare questa famiglia, che vive a 200 chilometri dal supermercato più vicino e lo raggiunge solo una volta al mese. I figli sono andati alla ‘scuola di confine’ (chiamano così scuole tanto lontano che i bambini anche alle elementari dormono lì), per continuare poi con la scuola via internete via radio negli anni successivi. Una famiglia che ha vicini di casa a 300 chilometri e che per raggiungere il pub più vicino il sabato sera ne fa 200. Incontro il figlio 25enne al calar del sole, fra la polvere sollevata dall’aratro che sta guidando. Scende per stringermi la mano e con orgoglio mi indica, lontani, i confini della sua fattoria, mi mostra il luogo dove si tosano le pecore, mi spiega che il suo è un lavoro duro e che per questo esistono dei professionisti che a primavera attraversano tutto l’Outback
australiano per tosare pecore nelle varie fattorie. È freddo la sera nell’Outback, ma di giorno la temperatura raggiunge in estate i 55 gradi…». Ma la voglia di conoscere nuovi luoghi attira Alessia, che di nuovo parte, questa volta per la Nuova Zelanda. Anche lì, a Oakland, collabora per sei mesi con la Dante Alighieri. Sei mesi dopo, nel marzo del 2006, torna in Italia. Un breve periodo di lavoro in ambito ambientale in un’azienda di Rimini e, in agosto, eccola di nuovo con lo valigia in mano e il biglietto dell’aereo in tasca, in partenza per il Guatemala: si tratta questa volta di un viaggio di volontariato. Settembre la rivede a Imola, da dove si sposta quotidianamente verso Ferrara per collaborare nell’attività paterna. «Nulla che abbia a che fare con la mia preparazione, ma sono in attesa di risposte a domande di lavoro che ho inoltrato, e poi ho partecipato in questi giorni ad un concorso, vedremo!». Come si sente Alessia a casa dopo le sue esperienze all’estero? «Difficile dirlo. Certamente nei Paesi in cui sono stata gli stipendi sono diversi dai nostri e la qualità della vita è molto più alta. Non ho chiuso del tutto la finestra sull’estero, tanto meno sull’Australia. E’ un paese troppo particolare. Delle mie trasferte sono felicissima, ho conosciuto una parte di mondo molto diverso dal nostro. Partirei volentieri di nuovo, sì, ma le radici alla fine ti fregano. Qui c’è la mia famiglia, ci sono gli affetti, gli amici. Partirei se potessi portar via con me una ventina di persone, le persone più care…».
Alessia “rapita” dalla terra dei canguri …dove il supermercato è a 200 km
