9, Luglio, 2025

Per Silvia Maggiore l’Erasmus fu galeotto

Questa settimana la nostra ricerca di imolesi all’estero ci porta in Germania, dove risiede una giovane signora cresciuta a Dozza. Silvia Maggiore è nata a Bologna, «trapiantata a Dozza ed esportata in Baviera…», come lei stessa scrive. Sono tanti i suoi ricordi di Dozza: «Gli odori, il pane appena sfornato, il profumo dolce e appiccicoso dei tigli del viale, lo scintillio delle lucciole nei campi e il rumore incredibile delle cicale nell’aria immobile e caldissima. Mi mancano le persone che non ci sono più, Baroncini con il suo bastone che dirige la banda, Giolli chino al suo banchetto da lavoro e il suo “Buongiorno Bimba!” appena una donna passava davanti alla bottega. E Stefano che sapeva fischiare tutta “L’Italiana in Algeri” e che anche quando non ricordava più aveva sempre lo stesso sguardo dolce. Sauro in piedi dritto come un fuso in fondo alla chiesa, don Gilberto che quando mi ha sposata era forse più emozionato di me, e poi la mia Dada…». Tutte cose che Silvia si è portata in Baviera, dove è arrivata alla fine del 1997 «per Amore, quello con la A maiuscola. Un tedesco, Thomas, conosciuto in Inghilterra durante l’anno Erasmus. Finito il soggiorno abbiamo fatto avanti e indietro attraverso le Alpi per un anno e poi ci siamo sposati. Mi sono laureata alla Scuola Interpreti di Forlì scrivendo la tesi tra un treno e l’altro. Qui ad Augsburg ho iniziato subito ad insegnare italiano alla Vhs (una scuola tipo ’Università Aperta’), poi ho fatto una lunga pausa per maternità: nel 1999 è nato Alexander, poi Julia nel 2001 e Christopher nel 2002. Nel frattempo, tanto per ammazzare il tempo in qualche modo, mi sono iscritta all’università di Bologna per studiare Storia Medievale. Ora ho ripreso ad insegnare italiano in una scuola di lingue (Inlingua) e sto preparando l’esame per diventare guida turistica per Augsburg. Piano piano ho imparato il tedesco, così da potere lavorare come interprete e traduttrice e mi sono inserita nella vita della parrocchia e della comunità. Qui è difficile fare amicizie, anche per andare a prendere un caffè bisogna prendere un appuntamento con l’agenda alla mano come dei veri manager, ma mi ci sto abituando. Quello che mi piace di questi luoghi è la natura, così diversa da quella che conoscevo. Mi sembra strano il grano che matura in agosto o spalare un metro di neve in marzo e portare i bambini all’asilo con la slitta… Mi sembra terribile uscire di casa con -30°, ma c’è il suo fascino anche nell’aria gelata che scintilla al sole come diamanti. Tornerei indietro? Non credo, ma quando il sabato di Pentecoste vedo arrivare la processione con la Madonna del Calanco che ondeggia sopra le teste, la ’mia’ Banda che suona proprio all’incrocio con la mia strada sempre la stessa canzone da 30 anni, con tutta la gente che conoscevo e che conosco ancora… allora non ne sono poi così sicura».

Messaggio promozionalespot_img
Messaggio promozionalespot_img
Messaggio promozionalespot_img
Messaggio promozionalespot_img
Messaggio promozionalespot_img
Messaggio promozionalespot_img
Messaggio promozionalespot_img
Messaggio promozionaleSviluppo Siti Web e loghi

Ti potrebbe interessare

Messaggio promozionalespot_img
Messaggio promozionalespot_img
Messaggio promozionaleRealizzazione siti internet
Messaggio promozionalespot_img
Messaggio promozionalespot_img

LASCIA UN COMMENTO

Leggi la prima pagina

IMOLA

LUGO