Giovanna Tassi (e-mail: [email protected]) dall’età di tre anni ha abitato a Imola in piazzale Marabini, proprio di fronte alla stazione… Sarà stata la vicinanza con i treni a farle nascere presto il desiderio di viaggiare? Fin da piccola ha iniziato a ‘spostarsi’ con la sua fida bicicletta: «Andavo sempre in giro per Imola, sono cresciuta con la bicicletta attaccata ai piedi» scrive Giovanna da Washington. «La usavo per andare a scuola alle Carducci, dai miei amici ai Cappuccini… Ero ferma sulla bici quando ho ricevuto il primo bacio alle Acque Minerali. Le mitiche ‘Acque’! Nella pista di pattinaggio ho percorso chilometri. In bicicletta andavo in centro, mi perdevo per le viuzze strette cercando le scorciatoie per arrivare prima, a primavera pedalavo fino al Piratello: l’odore dei tigli era fantastico! Poi andavo a mangiare la piadina fritta in viale D’Agostino. Il gelato era buono “al Polo”, anche se la panna montata migliore era sotto i portici. I cannoli di Costanzi mi fanno ancora venire l’acquolina in bocca… Ma ‘i treni a vapore’, come direbbe Fiorella Mannoia, mi chiamavano e allora sono partita: il 13 luglio del 1984 sono arrivata in Ecuador e ci sono rimasta per quasi vent’anni. Dagli Appennini alle Ande e poi giù in foresta. Ho lavorato soprattutto con i popoli indigeni dell’Ecuador, con altri di altri paesi del bacino amazzonico, fino a che dall’Ecuador sono partita di nuovo e ho lavorato ad alcuni progetti in Venezuela, Honduras, Colombia e Guatemala con l’Unione Europea. Ho lavorato come giornalista in Cile, Argentina, Colombia, Venezuela, Perù. Per dieci anni sono stata capo editore della sezione ‘Amazzonia’ del giornale Hpy e poi alla Radio. Sono stata direttore di un’agenzia di notizie latinomericana, Pulsar. Ho insegnato all’Università Sek di Quito per due anni. Sono stata freelance per radio Popolare a Milano, Asal, TerraAmerica, Ips. Ho fatto mostre fotografiche in Canada e a Quito in Ecuador, ho pubblicato tre libri, due in Ecuador e uno con la provincia di Bolzano. Ora vivo a Washington, la nuova caput mundi. Sono direttore di Radio Latina, una radio Direttore di Radio Latina a Washington “Ma se penso ai cannoli di Costanzi…” in lingua spagnola. Ogni giorno per tre ore sono impegnata in un programma, ‘Atrevete!’, che significa ‘Osa!’. Mio marito, Carlos, è un indigeno dell’Ecuador del popolo kichwa della foresta. Abbiamo due figli di 18 e 16 anni, Arau e Akangau. Penso spesso a Imola: la rocca, i viali, la gente in piazza, il mercato, i giri in bicicletta, la mia famiglia. Imola è sempre nel mio cuore, sulla mia pelle. Come un tatuaggio.