9, Luglio, 2025

Serena sconfigge i tumori in un laboratorio di Boston

Dopo Benedetta Scardovi da New York, ecco il secondo personaggio della nostra carrellata tra gli ’imolesi all’estero’:Serena Landini, 34 anni, laureata in Chimica e tecnologia farmaceutiche (Ctf) a Bologna. «Otto anni fa – racconta Serena – dopo la laurea e il tirocinio in farmacia mi sono trasferita negli Stati Uniti a Columbus, capitale dell’Ohio, per seguire mio marito, che allora frequentava un dottorato all’Ohio State University. Ho trovato subito lavoro come ricercatrice in un laboratorio di biochimica vegetale nella stessa università. Tre anni dopo ho deciso di ritornare a studiare con un assistantship per un master in Medicinal Chemistry. Per quasi un anno ho avuto l’occasione di insegnare biochimica e chimica farmaceutica a studenti universitari, un’esperienza molto gratificante al termine della quale il mio impegno si è rivolto totalmente al mio progetto di tesi di master. Mi sono occupata di biochimica del cancro al seno e in particolare dell’utilizzo di molecole di derivazione naturale per la prevenzione e il trattamento di questo tipo di cancro. Da meno di un anno io e mio marito ci siamo trasferiti a Boston: lui lavora all’Harvard Medical School e io sono assistente alla ricerca in un istituto affiliato con Harvard, il Dana- Farber Cancer Institute. Nel mio laboratorio ci dedichiamo allo studio di una particolare classe di tumori al seno chiamato “triple negative”, purtroppo estremamente difficile da curare». Serena parla di Boston come di ’una città splendida’, anche se aggiunge che ’le piace molto meno l’inverno del New England’. «La comunità italiana é ricchissima e conosco almeno venti italiani che lavorano in campi di ricerca simili al mio (anche loro scappati dall’Italia per la mancanza di fondi nella ricerca)». Una vita ed un lavoro interessanti nella capitale dello stato federato del Massachusetts non hanno però fatto scordare a Serena la sua città: «Torno a Imola una volta all’anno dalla mia famiglia. Aspetto ogni anno con trepidazione questo momento: trascorro le due settimane di ferie nella mia città andando in giro in bicicletta (la mia passione) e a visitare amici. Imola sta cambiando: é diventata multietnica e si sta espandendo a vista d’occhio. Ma ancora rimane la ’mia Imola’ di dieci anni fa: ci sono sempre la mitica pizza dei “Nanetti”, il buon gelato del “Nord Polo” e le mitiche rotonde (beh, quelle mi pare aumentino sempre!)».

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