Pochi ambiti storiografici di età moderna suscitano nell’immaginario collettivo reazioni così acute come quelli legati all’Inquisizione e certamente tra essi spicca il caso del fanciullo ebreo Edgardo Mortara, battezzato clandestinamente a Bologna da una domestica che lo credeva in pericolo di vita e trasferito forzosamente a Roma nel 1858 su ordine del domenicano padre Pier Gaetano Feletti, inquisitore generale della città felsinea, che dichiarerà di avere agito su ordine del Sant’Uffizio romano, con l’avallo di papa Pio IX.
Una vicenda riportata in auge anche dal recente film Rapito, diretto dal regista Marco Bellocchio, dopo che negli anni precedenti perfino il regista americano Steven Spielberg si era interessato all’accaduto per realizzarne un film.
Nel contesto di un caso che allora assunse una rilevanza politica e mediatica mondiale e la cui eco non si è mai spenta, riemergendo carsicamente a più riprese, è apparsa utile all’approfondimento del tema l’edizione degli atti del processo celebrato a carico padre Feletti nel 1860 per l’accusa di rapimento di Edgardo Mortara, corredandolo inoltre di un più ampio profilo biografico del religioso domenicano. Atti contenuti nella nuova pubblicazione dell’Editrice Il Nuovo Diario Messaggero intitolata L’inquisitore assolto. Biografia e atti del processo penale a carico di padre Pier Gaetano Feletti OP imputato di rapimento del fanciullo ebreo Edgardo Mortara (18 gennaio – 16 aprile 1860).
Il volume è disponibile nei nostri uffici di Imola, in via Emilia 77, nelle migliori librerie e nella nostra libreria online (qui il link).
«La fruibilità di una fonte più volte citata con ampi stralci in numerose opere, ma sinora mai edita integralmente, rappresenta uno strumento di comprensione non solo di cause ed effetti in una vicenda sottoposta alle molteplici deformazioni della strumentalizzazione politica e ideologica, ma anche di un personaggio secondario della storia ecclesiastica italiana, sospinto forzosamente sul proscenio della politica nazionale ed europea, che ha affrontato questa vicenda con rigore e dignità – si legge nella prefazione del libro, curato da Andrea Ferri -. In larga misura il processo al domenicano Feletti è anche un processo sul rapimento Mortara, essendo le due vicende indissolubilmente intrecciate: se al fanciullo ebreo il battesimo è stato somministrato realmente e validamente e se padre Feletti ha agito sua sponte o in forza di ordini ricevuti dai propri superiori, ne consegue la legittimità o l’illegittimità dell’azione dell’inquisitore e quindi la sua imputabilità».
«Più ancora della pubblicazione del processo, conservato all’Archivio di Stato di Bologna, ciò che rende veramente importante, direi quasi necessario, il volume che il lettore ha per le mani sono i documenti utilizzati da Andrea Ferri nell’introduzione al testo e provenienti dall’Archivio del Dicastero per la Dottrina della Fede (l’ex Sant’Uffizio, i cui archivi sono stati aperti solo nel 1998)» afferma Lucio Biasiori, professore di storia moderna all’Università degli studi di Padova.
Al libro va anche «il merito di aver saputo ricostruire con acribia la storia di un religioso serio e fedele agli impegni che gli furono affidati, figlio di un tempo così lontano e diverso dal nostro – sottolinea padre Massimo Mancini OP, professore stabile straordinario di storia della Chiesa nella Facoltà Teologica dell’Emilia Romagna e postulatore generale dell’Ordine dei Predicatori -. Al lettore del XXI secolo l’augurio di poter gustare, nell’analisi di una vicenda non priva di aspetti piuttosto dolorosi e laceranti, la ricostruzione di un’epoca, vista nei dettagli delle storie personali di Feletti, dei Mortara e delle altre figure umane rievocate in questo studio storico».
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