Pellegrinaggio di Ghiandolino, in cammino per «affidarci alla Madonna e invocare la pace»

Il 15 agosto, da 46 anni, si parte da Riolo Terme per arrivare al santuario dopo sei chilometri di preghiere

Si potrebbe proprio dire «46 anni e non sentirli». Sì, perché il pellegrinaggio verso il santuario della Madonna di Ghiandolino si avvia a compiere mezzo secolo di età ma conserva ancora lo spirito dei primi tempi. Ogni estate, il movimento di Comunione e Liberazione, organizza questo gesto il 15 agosto, giorno dell’Assunzione di Maria. Partenza dalla parrocchia di Riolo Terme in prima mattina, poi sei chilometri a piedi fino al celebre santuario, meta di tanti pellegrini durante l’anno. Se nei decenni è sempre stato un momento fisso per i fedeli appartenenti a Cl, quest’anno il pellegrinaggio avrà una dimensione diocesana. Come infatti scrive nel suo messaggio il vescovo di Imola Giovanni Mosciatti, l’invito è rivolto a tutti per chiedere «alla Madonna che possa intercedere per i tanti mali che affliggono il mondo e, soprattutto, invocare la pace».

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Il programma
Il ritrovo è previsto per le 5.45 alla parrocchia di Riolo Terme per essere pronti a celebrare la messa presieduta dal vescovo alle 6. Alle 7 segue la partenza dei pellegrini, accompagnati dalla recita del rosario, le confessioni e le testimonianze. L’arrivo al santuario, con sosta davanti all’immagine della Madonna e preghiera finale, è previsto per le 10.30 circa. Come detto, anche quest’anno come nel passato non mancheranno le testimonianze lungo il cammino, una grande occasione per tutti di ascoltare storie in cui la fede illumina la vita, anche nelle difficoltà. A riprova di un gesto sempre più diocesano, interverranno Marika Plagenzi di Nuovi Orizzonti con un contributo sul tema “un seme di bellezza”, e don Valerio Valeri (quest’anno festeggia il 60° anniversario di sacerdozio) della fraternità missionaria San Carlo Borromeo che parlerà di “costruire la pace proponendo la Chiesa”.

La storia
Ma non si può parlare di Ghiandolino senza pensare a Gianni Ghinassi, castellano che coordina un gruppo di volontari e organizza il pellegrinaggio fin dalla prima edizione, che coincideva tra le altre cose con l’anno delle sue nozze. È lui che conserva ancora in casa il primo volantino, «stampato nel 1980 da Sergio Savorani che lavorava alla Galeati – ricorda -. Entrambi avevamo incontrato il movimento e così andammo a Borgo Rivola da don Sante (Orsani, ndr) a proporgli qualcosa che assomigliasse al pellegrinaggio alla Madonna nera di Czestochowa. Esisteva, infatti, una tradizione tra la gente delle nostre campagne di andare attraverso i campi dalla vallata del Senio fino al santuario. E così è nato…».


* ha collaborato all’articolo Michelangelo Zama
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