È stata posticipata a lunedì 4 novembre la scadenza per la presentazione di osservazioni al progetto di quadruplicamento della linea ferroviaria fra Bologna e Castel Bolognese. «La proroga nasce dalla necessità di approfondire ulteriormente l’analisi dei possibili corridoi infrastrutturali – spiega Rfi-Rete ferroviaria italiana –, in relazione a quanto emerso nel corso del dibattito pubblico».
L’annuncio segue quello della costituzione del Tavolo interistituzionale che accompagnerà il dibattito (l’approfondimento nel numero del giornale in edicola questa settimana).
Non vi siederà il comitato No viadotto, che si è schierato contro le ipotesi di affiancamento a sud dell’autostrada A14 Bologna-Taranto, con tanto di raccolta di 2.024 firme consegnate al primo cittadino di Imola Marco Panieri il 18 giugno. Così come il comitato No affiancamento, nato per dire no al viadotto in affiancamento alla linea esistente, che al 5 agosto ha raccolto più di 1.500 firme.
Il primo gruppo di cittadini, però, ha presentato ufficialmente le proprie osservazioni e la propria proposta di un tunnel sotterraneo. «Il passante ferroviario è infatti l’unica soluzione che metterebbe d’accordo tutti, e accontenterebbe agricoltori, cittadini ed amministratori – ribadisce Armando Martignani, portavoce del comitato No viadotto –. Eviterebbe ecomostri e traumi per la città, devastazione della campagna e distruzione delle frazioni, scempi ambientali, espropri e demolizioni. Ma, soprattutto, garantirebbe zero consumo di territorio». Insomma, «una proposta che auspichiamo venga seriamente esaminata da Rfi e dal Tavolo, essendo in linea con le dichiarazioni del sindaco Panieri» (lunedì, infatti, il primo cittadino ha dichiarato che «risulta molto difficile immaginare e progettare un attraversamento in affiancamento alla linea ferroviaria storica oggi esistente»).
E contrari alla decisione di essere lasciati fuori, i cittadini ribadiscono «la nostra disponibilità a partecipare al Tavolo per meglio illustrare la nostra osservazione/proposta».
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