Dall’alluvione all’emergenza solitudine, la Caritas presenta il report povertà e risorse 2023

In totale sono stati 839 i nuclei familiari incontrati dal centro di ascolto diocesano. «In questo scenario il nostro primo compito non è assistere, ma educare e costruire una rete sociale»

Nella foto, da destra il vescovo Mosciatti, don Walter Giberti (delegato diocesano per la carità), Alessandro Zanoni (direttore Caritas) e Bruno Timoncini (vicedirettore)

L’alluvione, ma non solo. Oggi, lunedì 29 luglio è stato presentato il report povertà e risorse 2023 della Caritas diocesana di Imola. Una scelta di trasparenza – che dà conto dell’utilizzo delle risorse messe a disposizione della Diocesi e della generosità di tante persone – e di responsabilità – perché, fotografando i bisogni del territorio, aiuta a interrogarsi sull’impatto pastorale, sociale e economico della vita della nostra Chiesa locale, di cui la Caritas è espressione.

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In totale sono stati 839 i nuclei familiari incontrati dal centro di ascolto diocesano, per un totale di circa 1.700 persone. Un dato sostanzialmente in linea con i dati del 2022. Una cifra che tocca i 5 mila se si considerano anche i centri d’ascolto delle 21 Caritas parrocchiali attive nel nostro territorio. Di questi accessi il 56,8% è relativo a persone extra Unione Europea, mentre gli italiani sono il 40%.
Il report è consultabile sul sito della Caritas diocesana di Imola: https://www.caritasimola.it/news/online-il-rapporto-sulle-poverta-e-risorse-2023-della-caritas-diocesana-di-imola/.
«Il 2023 è stato l’ennesimo anno caratterizzato da una grave emergenza, che in questo caso ha messo a dura prova il nostro territorio e i suoi abitanti in modo diretto. L’alluvione, così estesa e di cui i danni si stanno prolungando nel tempo, ha però dimostrato come il nostro tessuto sociale sia coeso e capace di tirar fuori energie inaspettate. Dietro a questi numeri ci sono persone, storie, volontari che si mettono in ascolto e una rete di relazioni – sottolinea il direttore della Caritas diocesana di Imola, Alessandro Zanoni -. In questo scenario, come Chiesa e come Caritas, il nostro primo compito non è assistere, ma educare e animare le comunità. Costituire una rete sociale per operare con quanti hanno a cuore che le persone in difficoltà siano protagoniste della loro vita, cogliendone i bisogni e le risorse e stimolando una circolarità della solidarietà che includa tutti».
«Il nostro compito è suscitare la dimensione fondamentale della carità, dell’amore verso il prossimo – aggiunge il vescovo Mosciatti -. Il rischio è sempre quello di diventare una ong o un’alternativa ai servizi sociali. Un rischio se si dovesse perdere l’attenzione all’educazione e al bisogno dell’altro».


Nel numero de Il Nuovo Diario Messaggero dell’1 agosto troverete un approfondimento dedicato al Rapporto Caritas 2023


Sempre a proposito dell’alluvione, una somma significativa è stata impiegata per aiutare tempestivamente le famiglie e le comunità che sono state colpite maggiormente dall’alluvione. Nel rapporto si legge come il totale delle donazioni ricevute ha raggiunto, nell’anno 2023, gli 894.758 euro, dei quali 525.000 sono stati assegnati da Caritas italiana. Di questa cifra 856.076 euro sono stati erogati a 76 famiglie e 9 comunità parrocchiali del territorio diocesano.
Tra le tendenze rilevate dal Rapporto Caritas nel quadriennio post-Covid emerge come la solitudine generi povertà: quasi la metà dei nuclei familiari in difficoltà sono composti da una sola persona. E con un’età sempre più alta. La metà delle famiglie incontrate dal centro d’ascolto (circa 400) vive in condizioni abitative precarie, con affitti in nero o “in appoggio” ad altri conoscenti.


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