Venerdì 19 luglio, in occasione di quello che sarebbe dovuto essere il suo 84esimo compleanno, la Diocesi di Imola e la comunità di Castel Bolognese ricorderanno don Gigino Savorani con una messa celebrata alle 19 nella chiesa di Tebano.
Don Gigino, all’anagrafe don Antonio Savorani, si è spento all’età di 80 anni sabato 12 dicembre di quattro anni fa, nel 2020, dopo due giorni di ricovero in ospedale. Don Gigino era stato ordinato sacerdote nel 1964. Vicerettore del seminario di Imola e per più di 30 anni direttore del Centro missionario diocesano, è stato nominato rettore del santuario nel 1973 della Madonna di Ghiandolino e parroco dei Santi Nicolò e Giacomo di Pediano, dove è rimasto 30 anni fino al 2003. Nominato parroco di San Giacomo a Lugo, ha ricoperto questo incarico per dieci anni fino alla nomina di amministratore parrocchiale di Biancanigo e Tebano. Promotore del Progetto Chiese Sorelle, a lui si devono la costituzione dell’Associazione San Cassiano che rese possibile anche a Imola la conoscenza e la diffusione dei prodotti del commercio equo-solidale e l’istituzione, nel 1989, insieme a Giovanni Casadio, del Comitato São Bernardo.
Il vescovo Giovanni Mosciatti, nell’omelia durante il funerale, lo aveva ricordato così: «Di fronte a chi non ha ascoltato le Sue parole, il Signore usa ancora misericordia e chiama di nuovo un popolo umile e povero a servirlo, un popolo dai più lontani confini. Che passione grande aveva don Gigino per il popolo e per la missione, perché tutti possano riconoscere ed amare il Signore della misericordia. È l’amore a questo popolo senza confini la grande passione di don Gigino. […] Don Gigino ha amato il suo sacerdozio, devotissimo alla Madonna. È morto il 12 dicembre, memoria delle apparizioni della Madonna a Guadalupe, patrona dell’America Latina. Al santuario del Ghiandolino per 30 anni aveva fatto di quel luogo un punto di ritrovo di tantissimi “disperati”, di ogni sorta di estrazione sociale, che accoglieva col suo sorriso. Lì aveva proprio lasciato il cuore e con molta umiltà accettava il fatto di non potervi più andare. Negli ultimi 8 anni, da quando era a Castello, della chiesa di Tebano aveva fatto una “nuova Ghiandolino”». Monsignor Mosciatti aveva poi concluso citando uno scritto del missionario: «“La gratitudine che mi anima e che mi accompagna” è proprio la sintesi della vita del nostro grande don Gigino. Possa egli ora dal cielo concedere che il Signore mandi tante vocazioni, che prendano il suo posto, con questo cuore spalancato alla missione perché Cristo sia conosciuto ed amato ed un popolo nuovo serva il Signore e sperimenti la dolcezza della Sua misericordia».
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