«Tutto sembra tornato alla normalità, ma di normale non c’è niente. Ora abbiamo paura della pioggia… Vi sembra normale? Quello che abbiamo passato è un trauma troppo grande per essere dimenticato». La voce di Irene Curcio si incrina quanto basta per capire che i ricordi stanno riaffiorando. «Era notte, l’acqua continuava a scorrere. Ho caricato le mie figlie in macchina, piangevano per la paura. Ho cominciato a guidare al buio. In quel momento ho pensato: “Questa è la mia fine”». Ma così non è stato, anzi. Irene Curcio è diventata un punto di riferimento per la comunità di Spazzate Sassatelli, costretta a fare i conti con le alluvioni del 2-3 e del 16-17 maggio scorsi. «Io e mio marito passavamo di casa in casa con il trattore per consegnare le provviste ai cittadini rimasti in paese. Non appena è stato possibile uscire, abbiamo allestito un mini market improvvisato nel cortile delle scuole, divenuto un punto di raccolta e di distribuzione di alimenti. Durante quei giorni anche l’aiuto di Maurizio è stato prezioso». Maurizio Pelliconi ci raggiunge. È un agricoltore e come Irene è rimasto a Spazzate Sassatelli durante le alluvioni. In quel paese a lui tanto caro, in cui è cresciuto e vive tuttora. «Ho scelto di restare sia per il forte legame con il mio paese sia per monitorare la situazione, soprattutto dopo aver sorpreso alcuni sciacalli entrare nelle case per rubare quel poco rimasto. Un gesto assolutamente inqualificabile».
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