Dieci anni di condanna per omicidio volontario. È quanto stabilito dal tribunale dei minori di Bologna per il 17enne, reo confesso, al termine dell’udienza di primo grado in rito abbreviato per l’omicidio di Fabio Cappai, avvenuto lo scorso 15 luglio nei pressi del centro sportivo di Castel del Rio.
Il giovane, all’epoca dei fatti 16enne, è difeso dall’avvocato Alberto Padovani e dal giorno successivo all’accoltellamento si trova nel carcere minorile del Pratello. La procura per lui aveva chiesto una condanna di 12 anni. La difesa fa sapere di riservarsi l’eventualità dell’appello una volta che siano state depositate le motivazioni della sentenza, ovvero entro i prossimi 90 giorni.
Sentenza anche per i due co-imputati, anch’essi all’epoca dei fatti minorenni ed entrambi difesi dall’avvocata Giovanna Cappello. Sono stati condannati rispettivamente a 6 anni e due mesi e 4 anni, 9 mesi e 10 giorni per concorso anomalo in omicidio, dopo il riconoscimento delle attenuanti generiche. Rigettata quindi dal giudice Francesca Salvatore la richiesta di messa alla prova che era stata ripresentata dalla legale, subentrata nella difesa nelle scorse settimane ai colleghi Bassano e Marchi, sulla base di nuove relazioni redatte dai servizi sociali. Per entrambi i ragazzi la procura aveva chiesto 7 anni e quattro mesi. Entrambi sono imputati anche per lesioni personali aggravate nei confronti di un altro ragazzo. «Valuteremo in appello una nuova richiesta di messa alla prova. Ho inoltre chiesto la derubricazione del reato in rissa aggravata dall’evento, sulla base delle testimonianze» fa sapere la legale.
«Grande amarezza e delusione» da parte della famiglia Cappai, come riferisce l’avvocato difensore Daniela Mascherini. «Nessuna pena potrebbe attenuare il dolore della famiglia, però queste pene sono effettivamente molto basse. Auspicavamo quantomeno una pena in linea con le richieste della procura». Alla lettura della sentenza era presente in aula la sorella di Fabio Cappai.
Il quarto imputato, difeso dagli avvocati Bordoni e Mazza, aveva già ottenuto l’ok per un percorso di messa alla prova durante una prima udienza del 27 febbraio.
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