
Casola Valsenio e San Miniato (comune di 27mila abitanti in provincia di Pisa) da domenica 20 novembre possono dirsi ufficialmente città amiche.
Lo sancisce il patto di amicizia (ri)sottoscritto a San Miniato tra i due sindaci, Simone Giglioli per il comune toscano, Giorgio Sagrini per quello romagnolo, durante la 51esima edizione della Mostra nazionale del tartufo bianco. Alcuni mesi prima, precisamente il 13 marzo, sempre i due primi cittadini avevano già apposto i loro autografi sul patto, ma a Casola Valsenio, nell’ambito della Festa del tartufo primaverile. Ma cosa lega due realtà così diverse per grandezza, territorio e storia? La risposta ha un nome e un cognome: Stanislao Costa. A raccontarci la sua storia è Bruno Boni, presidente della Pro Loco casolana. «Stanislao, soprannominato Stagnàza, era un casolano che a fine ‘800 aveva lavorato alla realizzazione della linea ferroviaria Faenza-Firenze. Terminata l’infrastruttura aveva cominciato a lavorare nelle bonifiche a San Miniato e dintorni. Lì ha conosciuto una ragazza che ha sposato nel 1902. Stagnàza in Toscana aveva portato con sé il suo lagotto, il tipico cane da tartufi».
Stagnàza, da buon romagnolo, insegnò in zona l’arte e la tecnica della ricerca del tartufo, contribuendo così a far diventare San Miniato ciò che è oggi: una delle zone più importanti per la ricerca del tartufo e la capitale del tartufo bianco italiano.
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