I segnali nell’andamento del contagio «fanno prevedere un approssimarsi del picco epidemico entro una settimana». È la previsione del direttore generale dell’Ausl Imola Andrea Rossi nel consueto riepilogo settimanale sull’andamento della pandemia nel circondario imolese. Oggi, martedì 18 gennaio, sono 518 i nuovi casi di Covid. Un numero in linea con la media registrata nella settimana dall’11 al 17 gennaio: 536 casi al giorno, 99 in più rispetto alla media della settimana precedente.
Oggi tuttavia l’Ausl comunica quattro decessi, avvenuti negli scorsi giorni: un uomo di 90 anni residente nella provincia di Ravenna, una donna imolese di 87 anni, un uomo di 84 anni di Castel San Pietro e un cittadino imolese di 83 anni.
Il carico ospedaliero resta sostenibile «anche grazie alla campagna vaccinale»: i ricoveri ordinari nei reparti Covid sono 49 (+2; 11 dei quali ammessi per una diagnosi non Covid); 8 quelli in terapia intensiva (+1), 15 all’ospedale di comunità di Castel San Pietro. Tuttavia l’Ausl registra un aumento del carico territoriale, ovvero persone positive e sottoposte a tracciamento o isolamento: i casi attivi toccano infatti quota 5.705.
Scuole e case di riposo, il contagio accelera
Come prevedibile, il ritorno tra i banchi dopo le vacanze natalizie ha portato a rilevare un gran numero di contagi nel mondo della scuola. 178 i casi nella scorsa settimana nelle scuole (5 nidi, 7 materne, 44 primarie, 39 medie, 83 superiori), con 20 classi in quarantena, 14 classi con quarantene parziali (ovvero per i non vaccinati) e 85 classi in sorveglianza senza sospensione della didattica.
Anche nelle case di riposo la variante Omicron ha diffuso il contagio tra ospiti e operatori. Al momento attuale sono 7 le strutture con almeno un ospite positivo, con due focolai alla cra di Tossignano (25 ospiti positivi) e nella cra Venturini (10 ospiti). Va però sottolineato che di tutti questi casi solo un caso sintomatico ricoverato, sostanziale differenza rispetto all’anno scorso. Sono 39 gli operatori in isolamento (in 16 strutture).
Vaccini, «il 10% della popolazione non vaccinata consuma il 70% delle risorse di terapia intensiva»
«Occorre notare che il 10% della popolazione non vaccinata consuma il 70% delle risorse di terapia intensiva ed oltre il 50% delle risorse di ricovero ordinario, avendo una probabilità molto maggiore di sviluppare la malattia, in particolare nelle sue forme più gravi – sottolinea il direttore dell’Ausl Rossi -. Chi disconosce il valore della vaccinazione non solo rischia di proprio, ma sottopone la collettività ad uno sforzo significativo per le cure».
L’efficacia del vaccino nel prevenire l’infezione «è pari al 71% entro 90 giorni dal ciclo di base (II dose), del 57% entro 91 e 120 giorni e del 34% dopo i 120 giorni» spiega Rossi.
«Ancor più protettivo è il vaccino nei confronti della malattia grave: 95% nei vaccinati con ciclo di base (II dose) da meno di 90 giorni, 93% nei vaccinati fra 91 e 120 giorni e 89% nei vaccinati da oltre 120 giorni»
Nei vaccinati con dose aggiuntiva/booster (III dose), l’efficacia nel prevenire l’infezione è del 69%, mentre la protezione per i casi di malattia severa è del 98%.
«Dunque i vaccinati possono infettarsi, ma risultano per lo più senza sintomi o con pochi sintomi (quelli di una lieve influenza), i non vaccinati rischiano invece le formi più gravi della malattia» conclude il dottor Rossi.