Il 21 febbraio 2015 ricorre il decimo anniversario dell’istituzione del Parco regionale della Vena del Gesso Romagnola.
Sabato 21 febbraio, quindi, alle 9.30 presso il Museo civico di Scienze Naturali di Faenza, in via Medaglie d’Oro, 51 presenteremo un bilancio delle attività svolte dall’Ente di gestione, in particolare nel rapporto fondamentale con la Federazione Speleologica Regionale dell’Emilia-Romagna.
Il Parco, istituito dalla Regione Emilia-Romagna su iniziativa degli Enti locali (Comuni e Province, nel 2005) è nato anche grazie all’impegno costante degli speleologi che per decenni si sono battuti per la sua realizzazione.
In questi dieci anni il Parco e la Federazione Speleologica Regionale dell’Emilia-Romagna hanno lavorato insieme per proteggere il delicato ambiente dalla Vena del Gesso e insieme hanno realizzato molti progetti, sotto l’egida del Servizio Parchi della Regione Emilia-Romagna.
L’iniziativa promossa nella ricorrenza del decimo anniversario della costituzione del Parco regionale della Vena del Gesso Romagnola ha lo scopo di approfondire questi temi e vuole essere un appuntamento per riflettere sull’importanza di questo Parco.
All’incontro parteciperanno Massimiliano Costa, Direttore Parco regionale della Vena del Gesso Romagnola, Monica Palazzini e Enzo Valbonesi del Servizio Parchi della Regione, Francesco Rivola Assessore ai Parchi Provincia di Ravenna, Massimo Ercolani Piero Lucci della Federazione Speleologica, i lavori saranno coordinati da Paolo Forti dell’Istituto Italiano di Speleologia.
In occasione dell’incontro saranno presentati e distribuiti a tutti i partecipanti il numero speciale della rivista “Speleologia Emiliana” dedicato ai 40 anni della Federazione Speleologica e la pubblicazione “Grotte e Speleologi in Emilia-Romagna”. Sarà inoltre distribuita, a cura del Parco, il nuovo numero della rivista “Cristalli”.
In questi dieci anni Parco e Federazione hanno sempre lavorato insieme; qui ricordiamo, tra le tante attività comuni, la realizzazione di monografie multidisciplinari su tutti gli aspetti del Parco: dalla geologia alla speleologia, dalla biologia all’archeologia fino al complesso rapporto uomo-ambiente, la gestione coordinata delle grotte visitabile della Tanaccia e del Re Tiberio. Un altro progetto che ha visto anche il diretto coinvolgimento della Soprintendenza per i Beni Archeologici riguarda il ritrovamento e lo studio di cave di lapis specularis: gesso secondario utilizzato in epoca romana come vetro. Un altro progetto a tutela della biodiversità e di carattere nazionale, riguarda la reintroduzione di una rara felce (Asplenium hemionitis) a suo tempo presente nel Parco, poi estinta. Infine particolare attenzione è rivolta alla salvaguardia dell’ambiente con azioni comuni realizzate nell’ambito di progetti europei (Life Gypsum) e volte alla pulizia di grotte e doline, allo studio delle acque carsiche e alla difesa dei pipistrelli.